Tardiva diagnosi del tumore: il medico risarcisce per l’ansia sugli anni di vita perduti.
Tardiva diagnosi: Il fatto
Cancro al seno diagnosticato tardi:
la paziente, se informata tempestivamente, all’atto cioè della mammografia di routine, se la sarebbe potuta cavare con una semplice terapia farmacologica, di tipo conservativo; ma l’errore medico la obbliga all’intervento di asportazione.
Per i giudici del tribunale di Vicenza non c’è alcun dubbio:
la responsabilità è del medico, trattasi di tardiva diagnosi.
Il professionista è quindi tenuto a risarcire il danno non patrimoniale patito dal paziente per aver vissuto nell’apprensione di poter morire.
La domanda di risarcimento del danno da perdita delle chance di guarigione – così viene chiamato il danno che deriva dall’aver perso del tempo prezioso per curarsi – può essere esercitata anche dagli eredi del malato nel caso in cui il ritardo diagnostico non sia riuscito a evitare l’evento più infausto quale la morte.
Ma attenzione:
tale richiesta – che è naturale conseguenza d’una negligente condotta del medico – deve essere formulata esplicitamente già in primo grado.
Secondo infatti i giudici, la domanda di indennizzo non può ritenersi implicita nella richiesta generica di condanna del medico al risarcimento di “tutti i danni” causati dalla morte della vittima”.
È necessario, insomma, far chiaro riferimento alla richiesta di indennizzo del danno da perdita delle chance di guarigione.
La sentenza in commento riconosce quindi un’apposita voce di risarcimento per la sofferenza conseguente all’apprensione vissuta quando il malato viene a conoscenza dell’errore medico e diventa consapevole che a causa del ritardo nella diagnosi si sono ridotte le chance di cura e sopravvivenza.
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