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STATISTICHE ALLARMANTI PER PEDONI E MOTOCICLISTI NEL 2017


I decessi aumentano del 2,9%, i sinistri calano dello 0,5%. Forte incremento di vittime fra i motociclisti e pedoni (+11.9% e +5,3%). Crescono i decessi su autostrade (+8%) ed extraurbane (+4,5%) e diminuiscono negli abitati dei grandi Comuni (-5,8%). In calo le multe per cellulare al volante Altro che dimezzamento delle vittime da incidenti stradali entro il 2020: in Italia - secondo i dati 2017 appena svelati dall'Istat - ci sono stati più morti rispetto all'anno precedente (+2,9%), nonostante un lieve calo di sinistri e feriti (rispettivamente -0,5 e -1%). E' questa l'impietosa fotografia di un mondo che ha costi sociali pari a 19,3 miliardi di euro l'anno, l'1,1% del Pil,

Numeri che parlano chiaro: nel 2017 ci sono stati 3.378 lenzuoli bianchi stesi sull'asfalto contro i 3.283 del 2016. E, come dicevamo, con 174.933 incidenti rispetto ai 175.791 dello scorso anno c'è stata una piccola riduzione dei sinistri. Stesso discorso per i feriti (246.750 erano 249.175 nel 2016: -1%), stabili i feriti gravi (oltre 17.000: 5 ogni vittima, 68% uomini, 32% donne). Scende così da 5,3 a 5,1 il rapporto feriti gravi/decessi. Insomma il Rapporto ACI-ISTAT, ci propone una situazione a tratti sorprendente, dove si scopre che gli anziani (75-79 anni) sono le prime vittime visto che rappresentano il 7,8% del totale. Ma è per i motociclisti (+11.9% di morti) e pedoni (+5,3%) che suona l'allarme. In compenso diminuiscono le vittime fra ciclomotoristi (-20,7%, ma solo perché il mercato di cinquantini di fatto non esiste più) e ciclisti (-7,6%).

Nel 2017 è calato poi anche il numero di incidenti su alcune arterie (130.461; -0,5% su strade urbane; 35.077, -0,7% su quelle extraurbane), mentre è aumentato in autostrada, (9.395; +0,4%), analogamente sono diminuiti anche i feriti in città e sulle strade extraurbane (174.612 e 56.294 rispetto a 176.423 e 56.962 del 2016, pari a -1%, e -1,2%). Crescono, invece, (+8,0%) i morti su autostrade (incluse tangenziali e raccordi) e strade extraurbane (+4,5%), mentre diminuiscono (-5,8%) quelli all’interno dei centri abitati dei grandi Comuni.

“Rispetto allo scorso anno registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime sulle nostre strade spiega INFORTUNISTICA CONSULTING, dopo la flessione del 2016, forse complice anche il positivo contesto economico associato alla crescita delle percorrenze. La rete viaria nazionale è davvero vasta, in molti casi obsoleta, non aggiornata nei sistemi di sicurezza passiva quali guard-rail, asfalto e aree di sosta. Mi auguro che a breve venga avviato un piano strategico di riordino dell’intero sistema infrastrutturale, nelle città così come per le grandi arterie. Un contributo fondamentale per la sicurezza potrebbe essere fornito dagli ADAS. Ma torniamo alla tipologia delle vittime. Anziani a parte, nel 2017 si sono registrate 6 morti in meno tra i bambini 0-14 anni (43 rispetto ai 49 dell’anno precedente: -12,2%), ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo “vision zero” stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2020.

"Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti - spiega Infortunistica Consulting - è particolarmente alto il numero di giovani tra 20 e 29 anni (19,3%) ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più anziani. Tra questi ultimi, peraltro, è notevole la quota di quanti perdono la vita nell’incidente. Il rischio di rimanere coinvolti in un incidente risulta più elevato tra giovani e giovanissimi e inizia a decrescere solo dopo i 25 anni di età, per poi tendere ad aumentare nuovamente dopo i 70 anni". Grave come dicevamo poi la situazione di motociclisti e pedoni: i primi hanno contato 735 vittime (+11,19%), i secondi 600 (+5,3%), Gli utenti vulnerabili nel complesso rappresentano circa il 50% dei decessi (1.681 su 3.378). Precisa anche l'analisi delle cause: "Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata - spiega il Rapporto Aci-Istat - si confermano le prime tre cause di incidente (complessivamente il 40,8% delle circostanze). Tra le altre cause più rilevanti: distanza di sicurezza (21.463), manovra irregolare (15.932), comportamento scorretto del pedone (7.204): rispettivamente il 9,6%, il 7,1% e il 3,2% del totale. Sulle strade urbane la prima causa è il mancato rispetto di precedenza o semafori (17,1%), seguito dalla guida distratta (14,6%); su quelle extraurbane la guida distratta o andamento indeciso (20,1%), velocità troppo elevata e mancata distanza di sicurezza (14,6% per entrambi)".

"Con 3.378 morti nel 2017 l’incremento, al di là delle nude percentuali, è di 95 lenzuoli bianchi in più stesi sull’asfalto rispetto alle 3.283 vittime del 2016. Non ci appare - commentano all'Asaps, associazione amici polizia stradale, assolutamente consolatorio il fatto che gli incidenti (174.933) siano diminuiti di appena lo 0,5% e i feriti (246.750) siano in calo di un modesto 1%. Probabilmente gli incidenti rilevati dalle forze di polizia tendono a diminuire leggermente per il fatto che in caso di incidenti con feriti lievi le parti tendono a mettersi d’accordo per evitare le severe conseguenze della legge 41/2016 sull’Omicidio e lesioni stradali. Infatti la controprova è leggibile nel dato dei feriti gravi (17.000) che invece non diminuiscono".

Questo sfavorevole andamento è il prodotto di una serie di fattori: la diminuzione costante delle pattuglie sulle strade, evidente e quantificabile, la costante messa sotto accusa di tutti gli strumenti di controllo della velocità, dagli autovelox fino addirittura i tutor e degli stessi etilometri, che per altro sono utilizzabili solo in parte per l’esigenza della revisione annuale che ne blocca l’utilizzo di una percentuale che sfiora il 50% nel corso dell’anno. Si deve poi aggiungere lo stato, spesso disastrato, di molte strade statali e provinciali reduci dalle conseguenze di una incuria che dura ormai da anni.

INFORTUNISTICA CONSULTING

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