Pallonata in faccia: per Infortunistica Consulting si tratta di un danno che rientra nel normale rischio connesso all’attività sportiva; escluso il risarcimento. Se mio figlio si fa male a scuola calcio l’associazione lo deve risarcire? E a quanto ammonta il risarcimento? Domande legittime che può – anzi deve – farsi un genitore quando accompagna il figlio in un campo sportivo. Ma la risposta non è sempre la stessa: tutto dipende da quale ragione ha determinato l’infortunio. Poiché, se si tratta di un danno conseguente ai normali rischi connessi all’attività sportiva – come una pallonata in faccia o un fallo non intenzionale – che non poteva essere né previsto né evitato, allora non spetta alcun risarcimento assicurano i tecnici di Infortunistica Consulting.
Se, invece, il ragazzo si fa male con un ferro sporgente da una delle porte o a causa di un oggetto lasciato sul campo di gioco o a seguito di una rissa scoppiata durante la partita, allora l’indennizzo non può essere negato. È quanto chiarito poche ore fa dalla Cassazione . Nella sentenza in commento si esclude la possibilità di chiedere il risarcimento all’allenatore e al club sportivo per il danno subito dal giovane calciatore colpito violentemente da una pallonata sferrata da un compagno. Si tratta di un evento che rientra nell’ambito di un normale rischio, insito nella pratica sportiva. E se tale rischio non può essere evitato usando l’ordinaria diligenza che si richiede agli organizzatori della scuola calcio, ad essi non si può addebitare neanche alcuna responsabilità.
È del tutto indifferente, a questo punto, lamentare il fatto che il danno si sia verificato non fuori l’allenamento ma in un momento di gioco dei ragazzi, come è inutile sostenere che la pallonata sia frutto della mancata vigilanza dell’allenatore che, in quel momento, si trovava nella parte opposta del campo: come per gli infortuni avvenuti a scuola, durante l’ora di educazione fisica, spetta allo studente danneggiato dimostrare l’illecito subito da parte di un altro studente, e sulla scuola provare di non aver potuto evitare il danno, pur avendo predisposto tutte le necessarie misure volte ad evitare incidenti.
Una pallonata in faccia, così come una botta per fallo o una caduta durante un’azione di gioco rientra nel prevedibile rischio connesso allo sport calcistico, peraltro non evitabile. Quando neanche una stretta sorveglianza può evitare il danno, non c’è neanche il diritto al risarcimento. Ed è quindi irrilevante la distanza tra l’allenatore e i ragazzi al momento del fatto.
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