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Equitalia scompare: sarà assorbita dall’Agenzia delle Entrate


Pignoramenti, fermi auto e ipoteche saranno solo l’ultima spiaggia; si punta alla collaborazione con il contribuente.

Chiudere Equitalia entro il 2018: a quanti era sembrata solo una sparata elettorale la dichiarazione dell’altro ieri di Renzi con cui aveva rivelato l’intenzione del Governo di sciogliere Equitalia per sempre (leggi “Addio Equitalia entro il 2018”) risulterà ora incredibile il seguito; a quanto sembra, infatti, i lavori già sono in atto e si pensa a una fusione con l’Agenzia delle Entrate. Ma a cambiare non sarà solo il nome del soggetto che procederà alla riscossione esattoriale, ma tutto l’impianto normativo e, soprattutto, l’approccio al contribuente: pignoramenti, fermi auto e ipoteche saranno solo l’ultima spiaggia, mentre si privilegerà soprattutto la collaborazione e l’accordo con il debitore. Insomma, il braccio duro della legge vuol cedere il passo alla cosiddetta compliace.

Dopo l’annuncio di Renzi, l’addio a Equitalia entro il 2018 sembra quindi assolutamente certo. Così come è certo, però, che qualcuno poi dovrà andare a recuperare le tasse non pagate. Basti pensare che nel 2015 oltre un quarto dei 14,9 miliardi incassati dalla lotta all’evasione da parte delle Entrate arrivano proprio dalla riscossione coattiva, ossia dall’azione portata avanti da Equitalia.

Al momento si lavora su diverse ipotesi, ma quella più accreditata sembra essere la via seguita da tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea, tra cui la Francia: una integrazione tra l’Agente della Riscossione e l’Agenzia delle Entrate. In pratica, lo stesso soggetto che effettuerà i controlli e gli accertamenti sarà anche colui che poi dovrà andare a recuperare le somme evase, procedendo – nelle ipotesi più ostinate – all’esecuzione forzata. In Italia, invece, tali soggetti sono sempre stati diversi e l’Agente per la riscossione è stato sempre una società di diritto privato, ma partecipata dagli enti pubblici (51% agenzia delle Entrate, 49% Inps).

La fusione di Equitalia con l’Agenzia delle Entrate presenta però diverse incognite. La prima è quella della sorte dei dipendenti e dei contratti di lavoro, il che potrebbe esporre la pubblica amministrazione a cause di lavoro. Peraltro, il passaggio dal privato al pubblico comporterebbe che i nuovi dipendenti potrebbero accedere alle funzioni solo previo regolare concorso di Stato.

Il secondo problema è ad oggi Equitalia riscuote non solo i crediti dell’Erario (rappresentato dall’Agenzia delle Entrate), ma anche quelli di altri enti pubblici (Inps, Inail, Camere Commercio, ecc.) ed enti locali (Comuni, Regioni). Il che pone problemi di coordinazione.

C’è da dire, comunque, che l’addio a Equitalia non è cosa totalmente nuova: per quanto riguarda i Comuni, infatti, il progetto di uscita dai Comuni era già programmato per il 1° gennaio 2012; l’addio è già stato spostato sette volte e l’ultimo rinvio scade il 30 giugno. L’ottava proroga confermerà nelle prossime settimane che la riscossione è una macchina delicata, e non sempre riesce a stare dietro all’entusiasmo degli annunci.

Chi è Equitalia Equitalia è una Spa a controllo pubblico (51% Agenzia delle entrate e 49% Inps) che gestisce la riscossione coattiva ad eccezione della Sicilia

Equitalia procede alla riscossione diretta sia delle entrate erariali sia dei contributi, ma si occupa anche di recuperare le entrate di oltre 6mila Comuni italiani, Regioni, Casse di previdenza, Camere di commercio e Inail

L’aggio della riscossione è stato ridotto dall’8 al 6% a partire dal 1° gennaio 2016: è la misura che si applica a chi paga oltre i 60 giorni dalla notifica della cartella o dell’avviso esecutivo; in caso di anticipo rispetto a questa scadenza l’aggio si riduce al 3%.

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