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Multe dei tutor: manca l’autorizzazione all’utilizzo


Tutor: il trasferimento dell’omologazione da Autostrade per l’Italia alla controllata Autostrade Tech è illegittimo; e questo rende carta straccia le multe prese con i tutor.

Multe dei tutor: manca l’autorizzazione all’utilizzo su strada. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, anche quando dall’altro lato c’è la pubblica amministrazione. Forte di questa massima di vita, un avvocato, nel difendere il proprio cliente da un multa per il tutor, si è accorto che la società utilizzatrice, “Autostrade Tech”, non è in verità la vera titolare dell’autorizzazione ministeriale, autorizzazione che, invece, era stata a suo tempo rilasciata alla società controllante “Autostrade per l’Italia”. Il che, secondo un giudice di pace, rende tutte nulle le contravvenzioni elevate a mezzo dell’odiato strumento di controllo elettronico della velocità. In particolare, il magistrato onorario campano si è accorto che l’omologazione di numerosi tutor di tipo Vergilius (l’ultimo e più evoluto sistema) è stata chiesta e rilasciata dal ministero dei Trasporti solo alla società Autostrade per l’Italia S.p.a. e non alla sua controllata che ora invece l’utilizza. Ma procediamo con ordine.

Cos’è e come funziona il tutor Il Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE), più comunemente noto come tutor, è il primo sistema che permette di rilevare la velocità media dei veicoli su una tratta autostradale di lunghezza variabile, con l’obiettivo principale di accertare le violazioni del Codice della Strada. Il SICVE, introdotto gradualmente sulla rete autostradale dal 2005, ha dimostrato numericamente di essere uno strumento positivo, capace di modificare il comportamento alla guida e di garantire una maggiore sicurezza. Già dopo il primo anno di funzionamento si è registrata una significativa diminuzione del numero di incidenti e di morti sulle strade.

Per quanto riguarda le concrete modalità di funzionamento, i tutor operano principalmente attraverso dei sensori posti sotto l’asfalto e delle telecamere installate sui portali stessi. Il sensore rileva la tipologia di veicolo (camion, automobile, bus, moto, ecc…) e attiva la telecamera che – a sua volta – rileva la targa e registra la data e l’ora del passaggio. Un sistema centralizzato abbina in seguito i dati, determinando la velocità media di ciascun veicolo. In caso di violazione, il sistema si collega automaticamente al database della Motorizzazione Civile per risalire all’intestatario del veicolo il quale, a stretto giro, si vedrà notificata la contravvenzione direttamente a casa.

Tutor: manca l’omologazione Si può facilmente comprendere che tale strumento non sia particolarmente amato dagli automobilisti: basta superare anche di pochissimo i limiti di velocità consentiti e presto comparirà una multa nella cassetta delle lettere. Eppure, gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo in quanto, recentemente, proprio i tutor sono stati dichiarati fuori legge e non per vizi nell’accertamento della violazione o nella notificazione. Stavolta è la stessa legittimità di questi strumenti a essere presa di mira : il trasferimento dell’omologazione da Autostrade per l’Italia alla controllata Autostrade Tech, avvenuto nel 2010 in seguito a una riorganizzazione societaria, sarebbe, infatti, illegittimo.

Nel 2010 Autostrade Tech è subentrata ad Autostrade per l’Italia nelle attività di gestione e controllo del traffico e dei sistemi di controllo, tra cui ricade il tutor. Il passaggio è stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture, lo stesso organo istituzionale che aveva approvato anche il sistema tutor nel 2014. Ma proprio tale approvazione sarebbe avvenuta in violazione della legge, dal momento che l’omologazione o l’approvazione di prototipi è valida solo a nome del richiedente e non è trasmissibile a soggetti diversi . Di conseguenza il trasferimento in questione viola quanto si è appena detto e, quindi, il verbale deve essere annullato.

Via libera ai ricorsi La decisione ora fa discutere: potrebbe rendere carta straccia tutte le multe non ancora notificate e, permettere agli automobilisti di impugnare le contravvenzioni non ancora pagate. Si profila una lunga battaglia. Il Ministero dell’Interno ha già fatto sapere che la Prefettura competente, attraverso l’avvocatura generale dello Stato, presenterà appello. Chi la spunterà?

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