
Benzina a 40 centesimi al litro senza le imposte: non solo sarebbe bello, ma anche giusto. Il costo del petrolio, dal 2012, è calato di oltre il 60% e fare oggi rifornimento è meno sanguinoso di ieri quando, per un litro di benzina, si sfioravano anche i 2 euro. Il prezzo, tuttavia, potrebbe essere molto più basso se venissero eliminate le accise sul carburante. Le accise sono imposte sui beni di consumo. Molte di quelle applicate sulla benzina sembrano ormai fuori dal tempo e totalmente illegittime. Matteo Renzi, nel 2014, aveva preso l’impegno di eliminare – almeno in parte – i balzelli ormai cronicizzati nel sistema. Due anni dopo, non solo il governo non ha dato seguito alle promesse, ma ha introdotto una “clausola di salvaguardia” che consente di aumentare le accise nel caso in cui ci sia la necessità di reperire risorse per far quadrare i bilanci dello Stato. Così l’italiano che va a fare rifornimento continua a versare denaro per la guerra di Etiopia del 1935/36 o per la ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966. Ecco di seguito l’elenco di tutte le accise applicate attualmente sui carburanti: 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936; 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968; 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983; 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996; 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004. 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005; 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009; da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011; 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011; 0,0089 euro per l’alluvione della Liguria e Toscana nel novembre 2011; 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011; 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012. Il totale fa 0,41 euro per litro. Ma non è ancora finita: nel conteggio finale bisogna inserire anche la cosiddetta imposta di fabbricazione sui carburanti. Alla fine, su tutte queste imposte va poi calcolata l’IVA al 22%, anch’essa illegittima in quanto non si può calcolare una tassa su un’altra tassa. L’Italia è il Paese europeo con il più alto costo della benzina. E il paradosso è servito: se anche i paesi produttori di greggio lo dessero all’Italia gratis, comunque il consumatore, a causa delle accise, lo pagherebbe circa 1 euro per litro. - See more at: http://www.infortunisticaconsulting.com