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Il genitore che pedina il figlio commette stalking


Il pressing con telefonate, avvicinamenti e inseguimenti nei confronti del figlio minore costituisce reato. Il genitore che pedina il figlio, anche se minorenne, cercando di avere contatti con lui, che gli telefona di continuo, che prova ad avvicinarlo nei luoghi da lui normalmente frequentati (come la scuola), e tutto ciò nonostante il divieto espresso del Tribunale, che l’abbia interdetto dall’avere rapporti con questi, commette il reato stalking. Lo ha detto la Cassazione poche ore fa . Non rileva l’esistenza di un rapporto genitore-figlio, non rileva neanche il vincolo di sangue: l’aver procurato turbamento nella vittima, tanto da farla temere per la propria incolumità, fino a cambiare le abitudini della propria vita, è un atto persecutorio punito penalmente. È necessaria la piena coscienza, da parte del genitore della idoneità delle sue condotte ossessive, tali da produrre effetti negativi sul figlio, effetti cioè destabilizzanti sul piano della serenità, dell’equilibrio psichico e delle ordinarie abitudini di vita. A tale consapevolezza deve corrispondere, dall’altro lato, il disagio del figlio, un conclamato stato di ansia e di apprensione che lo spinga a cambiare le abitudini di vita quotidiana. - See more at: http://www.infortunisticaconsulting.com/

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