
Il reato di atti persecutori scatta anche in assenza di comportamenti seriali: è sufficiente una sola reiterazione dell’episodio aggressivo.
Non c’è bisogno di una serie di condotte ripetute nel tempo perché si possa denunciare il proprio aggressore per stalking. Secondo la Cassazione – intervenuta sulla questione con una sentenza di ieri – sono sufficienti anche solo due episodi di minaccia o molestia alla vittima.
Uno dei punti su cui più si discute nelle aule di tribunali riguarda proprio la durata della molestia superata la quale scatta la punizione per stalking. La Suprema Corte, a riguardo, sposa una tesi a favore delle vittime: i giudici hanno chiarito che il reato in questione non richiede una particolare durata temporale delle condotte, ma è sufficiente la semplice reiterazione delle stesse, che si può avere anche in caso di commissione di due episodi di minaccia o molestia.
Insomma, non solo il maniaco seriale finisce agli arresti per stalking, ma anche chi tiene una condotta ripetuta due o poche volte, seppure non con le stesse caratteristiche. Ovviamente non si parla di qualsiasi condotta, ma solo quella idonea a determinare uno stato di ansia o di paura nella vittima tanto da ingenerarle timore per l’incolumità propria (o di un prossimo congiunto) o da costringerla – per salvaguardarsi – a cambiare abitudini di vita (come, per esempio, cambiare la strada che si percorre abitualmente).
“Anche due sole condotte di minaccia o di molestia – si legge in sentenza – sono tali idonee a costituire la reiterazione richiesta dalla norma incriminatrice”.
La vicenda
La Corte ha condannato per stalking un uomo per aver commesso due condotte particolarmente minacciose: in una prima occasione, l’uomo aveva indirizzato la propria auto verso la vettura dove si trovavano la ex moglie e la figlia, cagionando alle persone offese un notevole spavento, come da loro spiegato in dibattimento; nella successiva, l’imputato era improvvisamente apparso davanti alla figlia, sotto l’abitazione di quest’ultima, con parrucca e truccato, scatenando nella stessa una reazione di panico con pianto.
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